Il Carnevale Romano è una festività molto amata e attesa dai romani e viene celebrata con coriandoli, musica e carri allegorici.
In tutta Italia, la festività di Carnevale è un momento di spensieratezza e allegria: Venezia è famosa per le sue maschere tradizionali, Putignano per essere il Carnevale più lungo d’Europa, Viareggio per i suoi carri allegorici che sono i più grandi e movimentati del mondo.
Ma oggi vogliamo soffermarci sulle origini e sulle tradizioni del carnevale romano.
La storia del Carnevale Italiano
Il Carnevale è una festa che si celebra prima della ricorrenza liturgica della Quaresima, generalmente a febbraio o all’inizio di marzo.
La parola carnevale deriva dal latino “carnem levare ” ovvero "eliminare la carne", e anticamente stava a indicare il banchetto del martedì grasso, l’ultimo prima del periodo di astinenza e digiuno della Quaresima (in cui non è concesso mangiare carne).
Le origini del Carnevale sono molto remote, infatti, vengono fatte risalire ai Saturnali della Roma antica o alle feste dionisiache del periodo classico greco. Per questo motivo spesso si parla anche del Carnevale di Roma o Carnevale Romano, caratterizzato da divertimento, sacrifici, balli e maschere.
Il Carnevale di Roma
Il Carnevale di Roma è fortemente ispirato ai Saturnalia degli antichi romani ed è stato uno dei principali festeggiamenti della Roma pontificia.
Con l’avvento al soglio pontificio di Papa Paolo II, e lo spostamento della sua dimora da Piazza San Marco a Piazza Venezia, che con il carnevale di Roma la città ne subì un notevole influsso, dai giochi, alla cultura e l’arte. Vennero infatti, coinvolti artisti e uomini illustri del calibro di Michelangelo, Donatello, Raffaello, Tasso e Goldoni come scrittori, scenografi, pittori e la presenza costante del popolo di Roma in festa.
I festeggiamenti cominciarono a partire dal X secolo sul monte Testaccio e dalla metà del XV secolo, per volontà di papa Paolo II, si svolsero in via Lata (attualmente conosciuta come Via del Corso).
Via del Corso si riempiva di maschere, che oltre a quelle tradizionali, vedeva anche quelle di Meo Patacca, Rugantino e Cassandrino. Il corso si riempiva di carri allegorici, che davano vita ad un vero e proprio teatro all’aperto, con la riscoperta della cultura greco romana occidentale. Il tutto, accompagnati da spettacoli pirotecnici che nel Carnevale romano raggiungevano la massima espressione artistica.
Anche dal punto di vista artistico, l’anima del carnevale Romano, fu colta dall’artista Bartolomeo Pinelli che riprodusse fedelmente nei suoi quadri questa spettacolare festa.
Purtroppo con l’avvento dei Savoia nel 1870 vi fu il tramonto del Carnevale Romano.
Tra gli eventi più amati di quell’epoca vi erano:
- la corsa dei cavalli barberi
- la festa del moccoletti
Corsa dei cavalli barberi
La corsa dei cavalli barberi era l’evento principale del carnevale romano, che attirava numerosi nobili, artisti e viaggiatori.
Consisteva in una gara ippica in cui i cavalli, infastiditi e aizzati da spilli contenuti in palle di pece poste sulla loro groppa, venivano raggruppati in Piazza del Popolo e tenuti dai barbareschi (gli stallieri).
All’udire degli spari aveva inizio la corsa e i cavalli venivano lanciati lungo Via del Corso e verso Piazza Venezia, in cui un grosso drappo sospeso segnava la fine del percorso.
L’evento fu però abolito nel 1874 per volere di Vittorio Emanuele II a causa della morte di un giovane che fu travolto e ucciso mentre assisteva alla corsa.
Festa dei Moccoletti
La festa dei moccoletti si svolgeva tra il Settecento e l’Ottocento durante il martedì grasso (l’ultimo giorno di Carnevale). Venne inaugurata per la prima volta nel 1773.
Si trattava di un gioco collettivo che richiedeva due requisiti per la partecipazione:
- indossare una maschera
- avere con sè una candela, nota come il moccoletto
L’obiettivo della gara era quello di tenere il moccoletto acceso il più a lungo possibile e cercare di spegnere quello altrui. Quando il proprio moccoletto si spegneva vi era l'obbligo di togliersi la maschera.
La festa venne immortalata anche nei dipinti di Ippolito Caffi nel disegno Festa dei "Moccoletti" al Corso insieme al dipinto L'ultima ora del carnevale.
I dolci tradizionali del Carnevale Romano
I dolci del carnevale romano hanno una tradizione antichissima che viene tramandata nei secoli.
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Tra i dolci tipici del Carnevale a Roma vi sono senza dubbio le frappe, le castagnole, i ravioli e i bocconotti.
Frappe
Le frappe sono delle sottili e friabili sfoglie a strisce (fritte o al forno), ricoperte con zucchero a velo. Alcune varianti possono prevedere anche una copertura al cioccolato o possono essere aromatizzate alla vaniglia o al liquore.
Castagnole
Le castagnole sono delle palline di pasta lievitata, che viene successivamente fritta e ricoperta di zucchero semolato.
Si possono gustare sia nella versione classica, che ripiene di cioccolato, ricotta o crema pasticcera.
Ravioli
I ravioli sono dei dolci meno conosciuti ma altrettanto buoni. Si tratta di dolci fritti e ripieni di cioccolato, ricotta e a volte cannella.
Bocconotti
Si tratta di friabilissimi pasticcini di pasta frolla ripieni di ricotta, cannella e frutti canditi.